giovedì 31 agosto 2017

L'uomo che sussurrava a Kim.

Kim jong-un sedeva nella sua sfarzosa stanza ed era al telefono con un membro della ambasciata americana:”Non me ne frega niente!-urlava- “Io faccio quello che voglio e sti gran cazzi il mondo”. Dal telefono era possibile udire una vocina che cercava di spiegare la situazione. “Che si fottano gli USA!” rispose Kim e poi staccò bruscamente la chiamata. “Maledetti ambasciatori di sto par di palle” lamentò il dittatore. “Dov'ero rimasto? Ah! Campo Minato!”. Afferrò il mouse e spostò la freccetta del mouse sull'interfaccia, cliccò una casella a caso e scoprì che quella casella conteneva una bomba. “ARGH!- urlò il dittatore- “Non è normale: non può essere che ogni-volta-che-clicco-su di-una-casella-salta-fuori-una-bomba!”. Sbraitava l’imperatore mentre, con la tastiera, spaccava il monitor del PC. “È un cazzo di complotto”, lamentò Kim, si alzò in piedi furioso, girò per la stanza e borbottando: ”Ma io li bombardo, ah sicuro che li bombardo! Americani di sto par di palle!”
Toc Toc, qualcuno bussò alla porta. “Entra pure rompi coglioni!”. Ad un certo punto, una figura tarchiata dai lunghi capelli grigi fece capolino. Kim spalancò gli occhi: “TU! Che sei venuto a fare?”. Lo stupore divenne immediatamente rabbia e a mò di sfida disse: ”Credi veramente di potermi fermare? Ti leggo sui giornali, sai Kim qua, Kim là, vi salvo io. Sei un pallista! Nient’altro che un pallista! Non puoi fermarmi. Bombarderò tutto e tutti: ANCHE L’ITALIA brutto mangia spaghetti. Hai capito!?!”
La figura tarchiata, rimase silenziosa per tutto il tempo, ad ascoltare i deliri dell’imperatore. Disse solo una frase:” Mah, io non creto!” e noi fummo tutti salvi.

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